Terzo Grado all’Innovazione. Eliana Salvi (Co-Founder e MD di PinkTrotters)
Una falsa razionale entusiasta della vita, che tenta sempre, perché non nuoce mai! Credo nel potere dell’innovazione e nelle donne.
Quando è stato il primo momento in cui ti sei sentita imprenditrice?
Quando ho iniziato a fatturare, io da sola con il mio template in excel, emozionante!
Un libro sulla tua avventura da founder. Quale frase come incipit?
Realizzare un sogno comporta innanzitutto crederci. Crederci e basta non basta. Le difficoltà sono immense, ci vuole quella tenacia e quella forza mentale che permette di resistere ai momenti top rimanendo con i piedi per terra ma soprattutto a quelli bassissimi dove lo stress ti mangia, ed è un continuo up & down che regala grandi soddisfazioni che arrivano proprio mentre si piange per una delusione appena avuta. Non è per tutti. Forse neppure per me, ma non tornerei mai indietro.
L’Italia crolla o risorge? E perché?
Preferisco sempre essere ottimista e fare il mio lavoro affinché possa aiutare l’Italia a risorgere. Certo non è facile quando l’impegno che i giovani mettono non è ricambiato da leggi e proposte che aiutano i nostri sogni a diventare realtà. Fossi Renzi oltre che andare a trovare i giovani negli startup hubs inizierei ad “usare” le loro iniziative e le loro menti per costruire il futuro dell’Italia. Se penso che il portale Italia.it su cui sono stati spesi miliardi è stato un fallimento e che deve essere ripreso di nuovo in mano da zero dai soliti “amici di…” mi viene solo tanta rabbia.
Chi è la persona che più ti ha ispirato a fare quello che fai?
Non ho in particolare una figura esterna a cui mi sono ispirata, se non donne che ammiro in generale per ciò che fanno e divulgano come Arianna Huffington, Shirley Sandberg, Hillary Clinton e Marissa Mayer – chiamale donnine! Ma l’ispirazione piú grande è arrivata da dentro me stessa, chiedendomi perché ammirassi queste donne, cosa avevano queste donne che io non avevo e come potevo usare la salute e il cervello di cui sono dotata per creare qualcosa che mi permettesse di svegliarmi la mattina piena di energie e voglia di fare quello che faccio. La risposta è arrivata subito: queste donne mettono passione in quello che fanno, e per essere successfull in life non si può che fare ciò che si ama. Io amo Pinktrotters, lo amo alla follia e finché non lo vedrò decollare con le proprie ali non smetterò di lavorarci e alimentare il mio sogno.
Se fossi una città, che città saresti? E perché?
Sempre e solo Parigi. Piena di cultura, sofisticata, immensa, emozionante, romantica.
Su che startup investiresti in Italia (escluso la tua)?
Made Up. Microchip da inserire in capi di abbigliamento che rendono il prodotto “live” grazie a NFC tags e ricchi di comunicazioni da mandare ai propri clienti. Un team di giovanissimi ragazzi su cui investirei.
Infine, da cosa e chi deve ripartire il sistema Italia?
Da noi giovani. Siamo pieni di voglia di fare, e anche molto preparati (ammetto che non tutti lo sono allo stesso livello e che l’educazione di oggi è molto più blanda di quella di una volta). Agevoliamo la crescita di quello che creiamo, è veramente frustrante dover paragonare l’Italia con tanti altri paesi Europei che fanno tanto per i nuovi business e noi sempre indietro, noi sempre meno, noi sempre gli ultimi. E’ frustrante anche solo di dover pensare di aprire la società all’estero perché l’Italia non ci sostiene e non ci permette di crescere.
�